L'Assostampa Molise torna a segnalare «l'ennesima anomalia in merito ai "finti" uffici stampa nella pubblica amministrazione. Ultimo esempio è la nomina del portavoce da parte del sindaco di Termoli. Il portavoce è colui che parla a nome del sindaco, del presidente, ovvero rilascia dichiarazioni a nome della posizione apicale di ente. Un esempio di quanto detto è il comunicato, in calce, del portavoce della presidente della regione Basilicata».
Secondo la Legge 150/2000, sottolinea l'Assostampa, «l'incarico è fiduciario e non sono richiesti titoli o requisiti particolari. Ove il prescelto sia un giornalista, questi non può svolgere attivita' professionale. Nel caso di Termoli la delibera genera alcune violazioni di legge. Il portavoce non può avere incarichi professionali, cioè non può occuparsi di comunicazione in senso lato, anche in altri enti, e non può tenere contatti con i media, redigere e diffondere comunicati, occuparsi, come vorrebbe invece il sindaco di Termoli, dei flussi informativi».
La delibera n. 27 del 22 gennaio 2013, alla quale si riferisce l’avviso pubblico, invece recita testualmente: “Un collaboratore addetto alle comunicazioni interne ed esterne di carattere politico-istituzionale con funzioni organizzative in occasione di conferenze, comunicati e articoli e funzione di portavoce”. Si mettono insieme compiti delegati dalla legge all'ufficio stampa e mansioni fiduciarie, «in palese violazione della normativa che va a disciplinare la professione».
E non finisce qui: «Purtroppo - aggiunge l'Assostampa - il caso di Termoli fa il paio con quanto accade da due anni alla provincia di Campobasso, dove esiste un caso analogo a suo tempo denunciato. Nell'auspicio che il comune di Termoli torni sui suoi passi e ripensi la creazione di un finto ufficio stampa mascherato da speaker del sindaco, sollecitiamo, nel contempo, ancora una volta, l'ordine dei giornalisti del Molise ad intervenire in maniera decisa per mettere fine a comportamenti scorretti. Non si spiega, infatti, come sia possibile, solo in questa regione, assistere a palesi violazioni deontologiche e di legge».