Campobasso, la favola molisana: dalle origini al rilancio internazionale

16/07/2025
Attualità
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Sin dal suo albo d'oro, il Campobasso nasce come emblema di una città che, seppur piccola, ha saputo farsi spazio nel panorama calcistico italiano. Fondata nel 1919, la squadra ha attraversato momenti di gloria e crisi, vivendo un’ascesa fino alla Serie B negli anni ’80, ma affrontando anche molteplici fallimenti e rifondazioni. Oggi, grazie a una gestione internazionale che ha puntato su un progetto ambizioso, il club torna a incarnare speranza e rilancio per un’intera comunità.

Le origini e la crescita nel calcio organizzato

Le prime tracce di calcio a Campobasso risalgono già al 1917, in formazioni amatoriali e partite informali. Nel maggio 1919 viene fondata ufficialmente l’Unione Sportiva Campobasso, con Mercurio Magno tra i fondatori e primo presidente. Le prime partite ufficiali si tengono nel 1919, talvolta con compagini militari o prigionieri austriaci; nel 1929 il club affronta regolarmente squadre regionali come Isernia, Benevento e Chieti.

Il salto ai campionati organizzati avviene nel 1929–30, ma il vero traguardo arriva nel 1934, con la promozione in Prima Divisione (allora terza serie). In quegli anni il club si trasforma e adotta per la prima volta i colori rosso e blu, che diverranno simbolo identitario.

Dal dopoguerra alla scalata verso i professionisti

Dopo la Seconda guerra mondiale, nel 1948 ritorna l’attività con lo stesso nome e in serie nazionali minori. Nel 1959 entra stabilmente in Serie D, restandoci fino alla fine degli anni ’60. Il campionato 1974‑75 segna un momento chiave: il Campobasso vince il girone di Serie D e viene promosso in Serie C per la prima volta nella sua storia.

Negli anni successivi la squadra ottiene risultati di tutto rispetto in C, sfiorando più volte la promozione in cadetteria e dimostrando competitività e solidità.

L’apice: gli anni in Serie B

Il 30 maggio 1982 segna l’ingresso storico in Serie B, grazie a una vittoria contro la Reggina. Nel biennio successivo il Campobasso si ritrova a competere con club di grande tradizione: debutta alla grande, tenendo testa a Fiorentina, Milan e Lazio. Nel campionato 1983‑84, per qualche settimana, la squadra milita addirittura al comando della classifica cadetta.

Il momento più iconico arriva nel 1985: l’inaugurazione dello stadio Nuovo Romagnoli con la vittoria contro la Juventus (1‑0) negli ottavi di Coppa Italia, di fronte a circa 40.000 tifosi. È un trionfo che suggella l’energia di quel periodo. Tuttavia, nel 1987 inizia la discesa: una stagione negativa porta alla retrocessione, seguita da problemi societari e un lento scivolamento verso categorie inferiori.

Crisi, fallimenti e rinascite

Negli anni ’90 la società fallisce e viene ricostituita più volte, continuando però a rappresentare un punto fermo per la comunità. Il Campobasso torna in Serie D in più occasioni (1999‑2000, 2020‑21, 2023‑24) e conquista la Coppa Italia Dilettanti nel 2014, dimostrando resilienza e voglia di rinascere.

Il club diventa simbolo di rinascita per una città che, nonostante le difficoltà economiche e calcistiche, continua a credere nella propria squadra come strumento di orgoglio e aggregazione.

L’era moderna e lo sguardo verso la massima serie

Il 2019 segna una svolta con l’arrivo di investitori internazionali, che portano nuova linfa al progetto. Con l’acquisizione da parte di Halley Holding e successivamente del North Sixth Group guidato da Matt Rizzetta, il Campobasso punta su un progetto professionale e sostenibile, basato su giovani talenti e marketing globale.

Il 2023‑24 diventa un anno memorabile: il Campobasso conquista la Serie D e vince lo Scudetto dilettanti, tornando in Serie C. Addirittura diventa parte di una docu-serie. La stagione successiva si chiude con una salvezza importante, consolidando la presenza tra i professionisti e alimentando le ambizioni di un progetto che, pur con cautela, non esclude per il futuro un sogno chiamato Serie A.

Proprio in quest’ottica, molti appassionati seguono con curiosità l’evolversi delle quote serie a relative a un eventuale storico approdo del Campobasso nella massima serie, che significherebbe riportare la piccola realtà molisana a competere tra le grandi d’Italia.

Il Campobasso oggi è più di una squadra: è una favola di sport che incarna il riscatto di un territorio, un’identità che non si piega alle difficoltà e una voglia di rilancio che trova linfa nell’amore dei propri tifosi e nella solidità di un progetto che guarda lontano. Dalle origini amatoriali agli anni d’oro in Serie B, passando per fallimenti e ripartenze, fino alle ambizioni future, i Lupi continuano a correre, con la speranza che un giorno possano ululare anche tra i più grandi del calcio italiano.

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