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Sportivi e ristoratori scendono in piazza a Termoli per il diritto al lavoro

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“Mi sono sentito in dovere di contattare sportivi appartenenti alla comunità termolese e tutte le attività di categoria coinvolte nel nuovo DPCM, per dare a tutti la possibilità di disappunto sulla situazione denigratoria a cui il Governo, seppur con le migliori intenzioni, ci sta di nuovo sottoponendo, in quanto con questo decreto non è riuscito a comprendere chi, come noi, tutti i giorni deve affrontare le problematiche del quotidiano, i sacrifici e le scadenze che ci attanagliano e ci sovrastano continuamente.”

Queste sono state le parole iniziali della manifestazione pacifica contro il DPCM del 25 ottobre tenutasi a Termoli ieri, 29 ottobre 2020, e che ha visto partecipi i proprietari delle strutture sportive e i gestori di ristoranti e bar della cittadina adriatica.

A turno si sono passati la parola esponendo a gran voce un unico denominatore comune: il diritto al lavoro.

Da un lato gli operatori sportivi hanno sottolineato l’importanza dello sport nella vita di ognuno di noi, definendolo come la vita, la salute e la cura. Hanno espresso il loro dispiacere nel vedersi chiudere le proprie attività dopo aver investito tanto per mettere in sicurezza le palestre e tutelare i loro allievi.

Dall’altro canto, i ristoratori e i baristi, hanno evidenziato come queste “mezze” misure siano deleterie non solo per loro ma anche per l’aumento esponenziale di assembramenti che possono avvenire nelle case private. Sono disposti a chiudere anche solo un mese per garantirsi, però, il lavoro nel periodo natalizio.

Tutti, all’unisono, sono alla ricerca di chiarezza da parte dello Stato: non più promesse, ma verità sugli aiuti che il Governo vuole dare loro.

Gianfranco Capurso, maestro di arti marziali e organizzatore della manifestazione, conclude con un unico grido: “Torniamo a casa con la speranza che qualcosa cambi. Noi con le giuste misure continueremo a dar voce e ad essere uniti per un cambiamento dell’Italia.”

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