Poste le basi, è tempo di ripartire. Reduci dall’esperienza madrilena della Giornata mondiale della gioventù e arricchiti dalla preghiera, dagli incontri e dalla straordinaria amicizia che lega oltre 250 ragazzi aderenti ai percorsi di formazione diocesana giovanile, sono ripartiti lo scorso 7 ottobre gli incontri del percorso “Dove due o più”.
Voluto da don Stefano Rossi, direttore dell’Ufficio per la pastorale giovanile diocesana, l’appuntamento s’intercala direttamente anche nel progetto voluto da mons. Gianfranco de Luca dell’ambita creazione di “Una terra per giovani”. D’altronde si sa, il futuro del nostro territorio deve assolutamente guardare ai giovani perché è in essi che occorre riporre più fiducia e soprattutto sono loro i titolari del domani. Formarli, affiancarli, accrescerne le competenze, dar loro responsabilità, capacità e competenze lavorative e umane è obiettivo dichiarato dell’intera chiesa locale che vuole, per i prossimi anni, dedicare tutte le attenzioni proprio a questo mondo.
Tema portante e parola chiave dell’incontro è “Andate” ovvero, evangelizzate, portate il lieto annuncio, la buona novella a coloro che incontrerete e ai quali siete chiamati a dare ascolto e offrire conforto.
Avviato in serata, l’incontro è iniziato con la lettura di un estratto dell’omelia di papa Benedetto XVI tenuta proprio a Cuatro Vientos nello scorso agosto di quest’anno, dinanzi a milioni di giovani: “Cari amici, che nessuna avversità vi paralizzi! Non abbiate paura del mondo, né del futuro, né della vostra debolezza. Il Signore vi ha concesso di vivere in questo momento della storia perché, grazie alla vostra fede, continui a risuonare il suo nome in tutta la terra”.
È questo forse quello che maggiormente responsabilizza i giovani; è questo il succo del messaggio di Benedetto XVI ed è questo quanto ha voluto affidare quella sera ai ragazzi della Gmg. Il senso quindi è stato il ripartite da Madrid e annunciate a tutti ciò che è stato visto e udito perché non è possibile incontrare Cristo e non farlo conoscere agli altri. “Quindi, non conservate Cristo per voi stessi. Comunicate agli altri la gioia della vostra fede. Anche a voi spetta lo straordinario compito di essere discepoli e missionari di Cristo. Vi invito a dare un'audace testimonianza di vita cristiana davanti agli altri. Così sarete lievito di nuovi cristiani e farete sì che la Chiesa riemerga con vigore nel cuore di molti. Cristo vuole che siate suoi apostoli nel XXI secolo e messaggeri della sua Parola!”.
Dal messaggio del Papa alla liturgia del giorno, fino a giungere all’omelia di mons. Gianfranco de Luca che debutta con un secco: “Dove due o più è una certezza. È la certezza che Cristo e con noi, in questo momento, è qui a raccogliere le nostre richieste, ad attuare le nostre preghiere e ad assisterci nelle difficoltà”.
Quanto è lampante in questi incontri non è solo il contenuto ma il rapporto che, appuntamento per appuntamento, mons. De Luca sta creando con i giovani. Non si tratta di un rapporto prete-fedele ma di un vero padre-figlio, riconosciuto e amato, rispettato e seguito. C’è speranza quindi. C’è speranza per il futuro della nostra terra.
“Sentitevi incoraggiati, sentitevi al sicuro con Dio. Egli ci chiama e con gratuità ci ama. Siate capaci di mettere l’amore in ogni cosa. Ponetelo nelle difficoltà lavorative, nei rifiuti, nei litigi e in ogni cosa che vive con voi ogni giorno. Lui, l’amore, non vi deluderà perché ha sconfitto la morte; quindi, andate, avete visto e udito, avete provato e sentito e ora siete chiamati ad andare. “Una terra per giovani” attende tutti noi: siamo chiamati ad andare nelle classi, nelle famiglie, nei luoghi di lavoro, nei bar e ovunque per portare il nostro essere portatori della buona notizia!”.
Non solo parole ma veri strumenti consegnati nelle mani dei giovani che, istruiti ad hoc, potranno essere decisivi per il nostro futuro.
Il momento del segno è stato particolarmente sentito perché, al fianco dell’altare della parrocchia del Crocifisso di Termoli, era custodita l’immagine della Vergine reale di Madrid che ha consolidato ulteriormente il ricordo di quella che è stata la Gmg.
Il giorno prima di ripartire per Cuatro Vientos, infatti, i giovani partecipanti della nostra diocesi vissero un intenso momento di preghiera insieme al pastore diocesano mons. Gianfranco de Luca. In quella stessa sera, il Vescovo espose il sogno di vedere il territorio diocesano quale un paese per i giovani. Da parte sua, la richiesta di siglare l’impegno con un sì: una firma da apporre dietro il quadro che, a tutt’oggi, è esposto nella sua cappella privata e così, da un’idea una richiesta, da una richiesta un sì unanime e da un sì, lo schierare un esercito composto da oltre duecento giovani pronti a farsi strumento della chiesa diocesana.
Quel quadro è passato tra le mani di tutti. È stato osservato e, come dinanzi a uno specchio è stato strumento per chiedersi “A che punto sono? Che ho fatto finora per Gesù?”. Il silenzio composto di giovani riuniti in preghiera era il chiasso festoso di ha compreso che si può guardare avanti e, a fine serata, nuovi ragazzi hanno detto il loro sì e, firmando simbolicamente l’impegno dietro l’icona, hanno confermato il loro appoggio al progetto diocesano. C’è speranza. Prossimo incontro il 7 novembre.

