“Un anno che cambia la vita”. Così un noto spot televisivo presentava l’esperienza del servizio civile volontario. E, cosa che capita assai di rado, lo spot aveva ragione. Il servizio civile volontario, erede dell’obiezione di coscienza, è un’esperienza di servizio e di gratuità che i giovani dai 18 ai 28 anni possono compiere per un anno. Inizialmente aperto solo agli uomini, con la legge 64/2001 il servizio civile è stato “allargato” anche alle ragazze che oggi rappresentano la maggioranza dei giovani volontari. Vari sono gli ambiti in cui è possibile svolgere il proprio servizio: la promozione e la tutela dei beni culturali, la protezione civile, la cooperazione internazionale o il variegato mondo del sociale. Tra i progetti del bando pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 20 settembre 2011, c’è anche quello della Caritas diocesana di Termoli - Larino dal titolo “Insieme si può”. Il progetto è dedicato all’accoglienza e all’integrazione degli immigrati e di quanti, a causa di difficoltà psico - relazionali o economiche, si rivolgono ai servizi della Caritas diocesana. Sei i volontari previsti nel progetto che, nelle trenta ore di servizio settimanale, svolgono, in sostegno agli operatori e alle Suore della Carità, attività diverse tra di loro, ma che hanno come unico obiettivo la promozione della dignità umana. Ecco allora che si sarà chiamati a fare compagnia a un senza fissa dimora che consuma il pranzo presso la Mensa solidale o ad accogliere, presso il Centro di Ascolto, lo sfogo di famiglie in difficoltà per motivi economici o relazionali o ancora a fornire vestiti puliti a chi di certo non può fare la doccia tutti i giorni o ad organizzare cineforum ed attività ricreative per gli ospiti della mensa. In un contesto come quello dell’accoglienza di soggetti socialmente vulnerabili, il volontario in servizio civile sarà dunque chiamato a essere più che a fare. E alla fine del servizio civile si potrà dire di aver vissuto ”un anno che cambia la vita”